Il falso ideologico commesso dal privato mediante dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, al fine di ottenere indebitamente prestazioni sanitarie in esenzione dal ticket, è assorbito nel reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato o di altro ente pubblico di cui all'art. 316-ter c.p., qualora l'importo indebitamente percepito non superi la soglia minima di punibilità prevista dalla norma. In tali casi, il fatto non costituisce reato e la condotta è sanzionata solo in via amministrativa, rientrando nella discrezionalità del legislatore la scelta della natura e qualità delle risposte sanzionatorie a condotte antigiuridiche. Pertanto, il giudice, in presenza dei presupposti, deve procedere alla riqualificazione del fatto e all'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna per i reati di falso e truffa, disponendo la trasmissione degli atti all'autorità amministrativa competente per l'applicazione della sanzione prevista dall'art. 316-ter, comma 2, c.p.