Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24997 del 2 settembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:24997PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata a una persona sulla base di una valutazione complessiva della sua pericolosità sociale, desunta non solo da precedenti condanne per reati contro il patrimonio, ma anche dalla disponibilità di oggetti e beni potenzialmente strumentali alla commissione di ulteriori delitti, nonché dal tenore di vita modesto e abitualmente basato sui proventi di attività delittuose e dall'assenza di un'attività lavorativa idonea a determinare le condizioni per la formazione di una lecita base reddituale. Tali elementi, adeguatamente motivati dal giudice di merito, integrano i presupposti di fatto e di diritto necessari per l'applicazione della misura di prevenzione, ai sensi del decreto legislativo n. 159 del 2011, articolo 1, lettera b) e articolo 4, lettera c), anche in assenza di una condanna definitiva per il reato più recente, purché sia comunque accertata la pericolosità sociale attuale del soggetto. Il giudizio di legittimità in sede di impugnazione è limitato alla sola violazione di legge, non potendo il ricorrente contestare nel merito le valutazioni di fatto compiute dal giudice di merito, se adeguatamente motivate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaeta - rel. Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 12/12/2019 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DE AMICIS Gaetano;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale CESQUI Elisabetta, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con Decreto del 12 dicembre 2019 la Corte d'appello di Torino ha co…

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