Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27452 del 24 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:27452PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso si configura quando il soggetto si trovi in un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione del quale egli "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Tale partecipazione può essere desunta da indicatori fattuali che, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti propriamente al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, consentano di inferire logicamente l'appartenenza dell'imputato al sodalizio, purché si tratti di indizi gravi, precisi e concordanti, idonei senza alcun automatismo probatorio a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo, con puntuale riferimento allo specifico periodo temporale considerato dall'imputazione. Ai fini della configurabilità del delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, assume rilievo la cointeressenza del soggetto agente, della quale l'utile percepito o percipiendo costituisce espressione, non coincidente con le forme di manifestazione della condotta, ma costituendo indice sintomatico significativo della concreta condotta partecipativa, che deve essere al tal fine valutato. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, se dotate di autonomia e attendibilità intrinseca ed estrinseca, possono costituire valido elemento di prova della partecipazione dell'imputato all'associazione mafiosa, a condizione che siano sorrette da riscontri esterni individualizzanti. La valutazione di attendibilità delle dichiarazioni dei collaboratori rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, il quale è tenuto a fornire una motivazione logica e coerente in ordine alle ragioni che lo hanno indotto a ritenere credibili le propalazioni, senza che tale valutazione possa essere sindacata in sede di legittimità, se non per vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 688/2012 CORTE APPELLO di CATANIA, del 25/06/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale, che ha concluso per (OMISSIS) annullamento con rinvio limitatamente alla denegata continuazione; inammissibilita' dei …

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