Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di una tettoia abusiva, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La competenza all'emanazione dell'ordinanza di demolizione di opere abusive rientra nella competenza del Dirigente comunale, ai sensi dell'art. 107 del D.Lgs. n. 267/2000 e dell'art. 6 della L. n. 127/1997, che ha integrato l'art. 51 della L. n. 142/1990, attribuendo ai dirigenti i poteri di vigilanza edilizia e di irrogazione delle sanzioni amministrative in materia di abusivismo edilizio. Pertanto, non è necessaria l'adozione di una specifica norma statutaria per attribuire tale competenza al Dirigente. 2. L'ordine di demolizione, in quanto atto dovuto e dal contenuto rigidamente vincolato, presupponente un mero accertamento tecnico sulla consistenza delle opere realizzate e sul loro carattere non assentito, non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della L. n. 241/1990. 3. L'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) disciplina sia l'ipotesi di lavori abusivi in corso di esecuzione, sia quella di opere già ultimate, senza che vi sia un rapporto di norma principale e norma residuale tra gli artt. 27 e 31 del medesimo Testo Unico. 4. Ai fini del riconoscimento della natura pertinenziale di un manufatto, è necessario dimostrare l'esistenza di un nesso funzionale e strumentale di intensità e natura tale da non consentire, per la struttura e le dimensioni del bene accessorio, altro che la destinazione ad un uso pertinenziale durevole. Nel caso di specie, le notevoli dimensioni della tettoia (circa 60 mq di superficie e altezza variabile da 2,5 a 5 metri) escludono la sua qualificazione come pertinenza, in quanto arrecano una visibile alterazione dell'edificio principale cui accede, non potendo essere assorbita o ricompresa in termini di accessorietà nello stesso.