Il recesso unilaterale di un ente pubblico da una convenzione di concessione di un immobile di proprietà comunale, stipulata con una fondazione per lo svolgimento delle proprie attività statutarie, è legittimo qualora tale recesso sia motivato da sopravvenute esigenze di interesse pubblico, come il trasferimento della gestione di determinati servizi comunali (quali asili nido e scuole per l'infanzia) alle Unités des Communes, in attuazione di una specifica previsione normativa regionale. In tali ipotesi, il recesso anticipato dalla convenzione non determina la lesione di un interesse qualificato in capo alla fondazione concessionaria, atteso che l'ente pubblico è tenuto a garantire il proseguimento delle attività svolte dalla fondazione, anche attraverso il riconoscimento di un uso parziale dell'immobile originariamente concesso. Pertanto, l'impugnazione del provvedimento di recesso da parte della fondazione è inammissibile per carenza di interesse, in quanto l'eventuale annullamento di tale atto non determinerebbe alcun effetto favorevole per la ricorrente, essendo stati adottati successivi provvedimenti, non impugnati, che hanno comunque assicurato il proseguimento delle attività della fondazione.