Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 7649 del 27 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:7649PEN

Massima

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Il giudice, nell'emettere una sentenza, è tenuto a verificare con la massima diligenza l'esattezza dei dati identificativi delle parti, al fine di evitare errori materiali che potrebbero inficiare la validità del provvedimento. L'errata indicazione del nome di una parte nel dispositivo della sentenza costituisce un mero errore materiale, che non incide sulla sostanza della decisione e può essere corretto d'ufficio, senza necessità di una nuova pronuncia, attraverso un'ordinanza integrativa che rettifichi l'errore e ne dia atto nell'originale del provvedimento. Tale correzione, essendo meramente formale e non incidendo sul merito della decisione, non richiede il contraddittorio delle parti, potendo essere disposta d'ufficio dal giudice che ha emesso la sentenza, al fine di assicurare la correttezza e l'integrità del provvedimento giurisdizionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. DE MARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ODINANZA

sulla richiesta di correzione proposta il 17.8.2011 da:

avv. (OMISSIS) di (OMISSIS) difensore di:

(OMISSIS) con riferimento alla sentenza emessa da questa Corte Suprema l'8 aprile 2011 n. 567 nel procedimento a carico dello stesso (OMISSIS) ed altri.

Sentita la relazione del Consigliere dr. ((omissis)) BRUNO.

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Sostituto dr. ((omissis)), che ha chiesto che si proceda alla correzione.

OSSERVA

1. - Con l'istanza indicata i…

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