Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38073 del 7 ottobre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:38073PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, pur non escludendo la capacità di intendere e di volere dell'imputato, può essere valutato dal giudice di appello come circostanza attenuante, anche in caso di condanna a seguito di riforma di una precedente sentenza di proscioglimento, senza che vi sia l'obbligo di rinnovare l'istruzione dibattimentale con l'escussione delle persone offese, quando la dichiarazione di responsabilità si basi su elementi probatori già acquisiti e valutati in primo grado. Il giudice di appello, nel determinare la pena, può motivare in modo sintetico, richiamando la gravità del reato e la capacità a delinquere dell'imputato, senza necessità di un'analitica valutazione delle circostanze attenuanti generiche, se la pena inflitta non risulta sproporzionata rispetto al minimo edittale. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche non costituisce un diritto dell'imputato, se non a fronte di specifici elementi espressamente rappresentati dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorg - Presidente

Dott. VIGNA M.S. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietr - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/12/2021 della Corte di appello di Potenza;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dalla Consigliera Paola Di Nicola Travaglini;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Lettieri Nicola, che ha depositato requisitoria chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
letta la memoria del difensore, avvocato (OMISSIS), che ha in…

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