Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28855 del 2 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:28855PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il delitto di corruzione (art. 319 c.p.) e il delitto di turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) tutelano beni giuridici distinti, il primo l'interesse dell'amministrazione alla fedeltà e onestà dei funzionari e i principi di corretto funzionamento, buon andamento e imparzialità, il secondo la libertà di partecipazione alla gara e la regolarità formale e sostanziale del suo svolgimento. Pertanto, tali reati possono concorrere formalmente, non essendo il delitto di abuso di ufficio (art. 323 c.p.) assorbito in quello di corruzione, in quanto quest'ultimo, caratterizzato dalla presenza del soggetto erogatore di un'utilità collegata da nesso teleologico al comportamento contrario ai doveri d'ufficio del pubblico ufficiale, costituisce la fattispecie più grave. Tuttavia, quando il pubblico ufficiale protagonista della corruzione è anche preposto alla gara, il delitto di abuso di ufficio deve ritenersi assorbito anche in quello di turbata libertà degli incanti. Ai fini della configurabilità del delitto di corruzione, l'utilità indebitamente conseguita dal pubblico ufficiale può essere di qualsiasi natura, purché si risolva in un vantaggio materiale o morale, patrimoniale o non patrimoniale, apprezzabile dal medesimo, anche se l'interesse pubblico sotteso all'attività amministrativa non può scriminare o assorbire la condotta illecita, dovendo questa essere valutata in relazione alle regole e forme previste per il suo perseguimento. Infine, il termine di prescrizione dei reati di corruzione, turbativa d'asta e falso ideologico decorre dalla data in cui è stato compiuto l'atto contrario ai doveri d'ufficio, anche se l'eventuale erogazione dell'utilità promessa è successiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massi - rel. Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/3/2018 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non sussiste, quanto al capo d), e per l'annullamento senza rinvio, per interv…

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