Il reato associativo finalizzato all'ingresso illegale di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale a scopo di lucro sussiste anche in assenza di una formale struttura organizzativa, essendo sufficiente la prova di un minimo coordinamento tra i partecipi, desumibile dall'intreccio delle frequentazioni, dall'utilizzo promiscuo di mezzi e strumenti, dalle risultanze investigative e dalle intercettazioni telefoniche. La mancata conversione in legge dei decreti legge contenenti la norma incriminatrice non determina il venir meno della validità della contestazione, essendo sufficiente il riferimento alla fattispecie di reato prevista dalla legge ordinaria. I giudici di merito, nel valutare la prova, non sono vincolati a seguire una logica interpretativa unica, essendo sufficiente che le conclusioni tratte siano coerenti e giustificate sulla base degli elementi probatori acquisiti, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella operata dai giudici di fatto. La mancata concessione delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivata non solo sulla base della gravità della condotta e dei precedenti penali, ma anche in considerazione del ruolo rivestito dall'imputato nell'ambito dell'associazione criminosa.