Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17667 del 28 aprile 2016

ECLI:IT:CASS:2016:17667PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti è punibile indipendentemente dalla quantità di principio attivo sviluppato, in quanto l'offensività della condotta consiste nella sua idoneità a produrre la sostanza per il consumo, attesa la formulazione delle norme e la ratio della disciplina, anche comunitaria, in materia. Tuttavia, la punibilità per tale condotta può essere esclusa qualora il giudice accerti l'inoffensività "in concreto" della stessa, nel senso che la condotta deve essere così trascurabile da rendere sostanzialmente irrilevante l'aumento di disponibilità della droga e non prospettabile alcun pericolo di ulteriore diffusione. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato di detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio, l'accertamento della destinazione a terzi della sostanza detenuta deve essere adeguatamente motivato dal giudice, non potendosi desumere tale finalità da elementi generici ed inconsistenti, come la dichiarazione del consumo di una diversa sostanza stupefacente. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a valutare attentamente la concreta offensività della condotta di coltivazione e a motivare in modo esaustivo in ordine alla destinazione della sostanza detenuta, al fine di pervenire ad una corretta qualificazione giuridica del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluig - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2014 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere PIERLUIGI DI STEFANO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRANCESCO MAURO IACOVIELLO che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
La Corte di appello di L'Aquila con sentenza del 7 febbraio 2014 ha confermato in p…

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