Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10360 del 15 marzo 2012

ECLI:IT:CASS:2012:10360PEN

Massima

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Il sequestro preventivo e la successiva confisca dei beni patrimoniali previsti dal Decreto Legge n. 306 del 1992, art. 12 sexies, convertito con modificazioni nella Legge n. 356 del 1992, per i reati tassativamente elencati, tra cui il delitto di usura, non sono subordinati all'accertamento di un nesso eziologico tra i reati e i beni oggetto della cautela reale e del successivo provvedimento ablatorio, dal momento che il legislatore ha operato una presunzione di accumulazione illecita, senza distinguere se tali beni siano o meno derivati dal reato per il quale si procede od è stata inflitta la condanna. Pertanto, non è necessaria la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra cosa e reato previsto dall'art. 240 c.p., bensì un vincolo pertinenziale, di significato peculiare e più ampio, tra il bene e l'attività delittuosa facente capo al soggetto, connotato dalla mancanza di giustificazione circa la legittima provenienza del patrimonio nel possesso del soggetto nei confronti del quale sia stata pronunciata condanna o sia stata disposta l'applicazione della pena. In tema di riesame delle misure cautelari reali, la "violazione di legge" per cui soltanto può essere proposto ricorso per cassazione a norma dell'art. 325 c.p.p., comma 1, riguarda la totale mancanza di motivazione o la presenza di motivazione meramente apparente, correlate all'inosservanza di precise norme processuali, ma non l'illogicità o l'incompletezza di motivazione, le quali non possono essere denunciate nel giudizio di legittimità nemmeno tramite il motivo di ricorso di cui all'art. 606 c.p.p., lett. e), posto che questo richiede la "mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità" della motivazione. Pertanto, il controllo di legittimità della Corte di Cassazione deve limitarsi a verificare se la giustificazione data dal giudice di merito sia compatibile con il senso comune e con "i limiti di una plausibile opinabilità di apprezzamento", senza poter sindacare l'interpretazione degli elementi a disposizione del giudice di merito o eventuali incongruenze logiche non macroscopiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. (OMISSIS), quale difensore di (OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Potenza, in data 06/10/2011;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dr. Iasillo Adriano;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Volpe Giuseppe, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;

Udito il difensore di (OMISSIS), Avvocato (OMISSIS), che chiede l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

Con o…

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