Il dolo diretto di tipo alternativo, idoneo a integrare il delitto tentato di omicidio, ricorre quando l'agente prevede e vuole come conseguenza altamente probabile della propria condotta sia l'evento morte che quello di lesioni, senza che sia necessaria la previsione e volizione dell'evento morte come unica e certa conseguenza. La valutazione dell'elemento soggettivo del reato, in particolare del dolo, deve essere effettuata sulla base di indicatori fattuali concreti, quali le modalità della condotta, gli strumenti utilizzati e le zone corporee colpite, senza che sia possibile sindacare in sede di legittimità le valutazioni di merito operate dai giudici di merito. Tuttavia, una volta riconosciute le circostanze attenuanti generiche in misura equivalente, la pena base del delitto tentato non può essere determinata nella misura del minimo edittale previsto per il delitto consumato punito con l'ergastolo, ma deve essere individuata nella pena minima prevista per il delitto tentato, ovvero anni sette di reclusione, sulla quale operare la riduzione per la scelta del rito.