Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17879 del 29 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17879PEN

Massima

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Il dolo di calunnia si realizza quando l'agente ha la certezza dell'innocenza dell'incolpato e, nonostante ciò, lo accusa intenzionalmente di aver commesso un fatto penalmente rilevante. L'erronea convinzione della colpevolezza dell'incolpato, purché basata su elementi seri e concreti e non su mere supposizioni, esclude l'elemento soggettivo del reato di calunnia. Pertanto, ai fini della configurabilità del dolo di calunnia, è necessario che vi sia una esatta corrispondenza tra il momento rappresentativo e il momento volitivo dell'agente, il quale deve avere la certezza dell'innocenza dell'incolpato e, nonostante ciò, formulare intenzionalmente l'accusa falsa. La mera scarsa convinzione in ordine alla responsabilità dell'incolpato non è sufficiente ad integrare il dolo di calunnia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio Felic - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

VI. Fi. nata a (OMESSO);

avverso SENTENZA della Corte d'Appello di Salerno del 20 Febbraio 2006;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. Anna Maria Fazio;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. V. Martusciello che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sente…

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