Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43449 del 21 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:43449PEN

Massima

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Il diritto di difesa dell'indagato in sede di riesame della misura cautelare non è assoluto, ma è subordinato all'onere di indicare compiutamente gli elementi di qualificazione in senso favorevole presenti negli atti non trasmessi dal pubblico ministero, non potendo sostenerne apoditticamente la rilevanza ai fini della perdita di efficacia della misura cautelare. Pertanto, il mero lamento della mancata trasmissione di atti, senza adeguata motivazione circa il loro rilievo difensivo, determina l'inammissibilità del ricorso per genericità del motivo dedotto, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Mauro - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia ANNA - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/04/2017 emessa dal Tribunale di Roma;
visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del Consigliere Fidelbo Giorgio;
udito il Pubblico Ministero, in persona del sostituto procuratore generale Delia Cardia, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'avvocato (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

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