Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso per cassazione, deve limitarsi a verificare la sussistenza di uno dei vizi tassativamente previsti dall'art. 360 c.p.c., senza poter riesaminare nel merito gli elementi di fatto già valutati dai giudici di merito. Il ricorso per cassazione non costituisce un terzo grado di giudizio in cui sottoporre a nuovo esame gli elementi probatori, essendo precluso alla Corte di Cassazione un diverso apprezzamento dei fatti già considerati dai giudici di appello. Il ricorrente è pertanto tenuto a formulare i motivi di ricorso in modo chiaro ed intelligibile, senza limitarsi a meri richiami agli atti del processo, in modo da consentire alla Corte di Cassazione di verificare la sussistenza di uno dei vizi denunciati sulla base delle sole deduzioni contenute nel ricorso, senza necessità di indagini integrative sugli atti del giudizio di merito, precluse in sede di legittimità. La violazione degli artt. 115 e 116 c.p.c. è censurabile solo per vizio di motivazione ex art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c. e non anche per violazione di norme di diritto ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 3 c.p.c.