Il giudice di merito, nel pronunciarsi nuovamente a seguito di annullamento per vizio di motivazione, è vincolato al divieto di fondare la nuova decisione sugli stessi argomenti ritenuti illogici o carenti dalla Corte di Cassazione, ma resta libero di pervenire allo stesso risultato decisorio della pronuncia annullata attraverso argomentazioni diverse da quelle censurate in sede di legittimità, ovvero integrando e completando quelle già svolte. Tuttavia, la motivazione della nuova sentenza deve essere esaustiva e convincente nell'affrontare i temi centrali del procedimento, come l'accertamento dell'attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, della madre e del consulente tecnico, nonché la valutazione della sintomatologia riferita dalla madre, senza limitarsi ad affermazioni generiche o assertive, in quanto la responsabilità penale deve essere accertata oltre ogni ragionevole dubbio, sulla base di solidi elementi indiziari e di argomentazioni esaustive. Il giudice di rinvio, pertanto, è tenuto a compiere un nuovo approfondimento istruttorio e valutativo, evitando di fondarsi sugli stessi argomenti già ritenuti carenti dalla Corte di Cassazione.