Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5588 del 4 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5588PEN

Massima

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Il giudice penale investito del giudizio relativo a reati di bancarotta fraudolenta non può sindacare la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto al presupposto oggettivo dello stato di insolvenza dell'impresa e ai presupposti soggettivi inerenti alle condizioni previste per la fallibilità dell'imprenditore. Le modifiche legislative successive alla dichiarazione di fallimento non esercitano influenza ai sensi dell'articolo 2 c.p. sui procedimenti penali in corso per bancarotta fraudolenta. Il controllo del giudice di legittimità si limita alla valutazione della motivazione e della logicità del ragionamento del giudice di merito, senza poter rileggere autonomamente gli elementi di fatto posti a fondamento della decisione. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato sulla base di una valutazione negativa della personalità dell'imputato, desunta dall'esistenza di gravi precedenti penali. L'inammissibilità del ricorso per Cassazione, che impedisce di dichiarare il delitto estinto per prescrizione, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, tenuto conto dell'evidente inammissibilità del ricorso, facilmente evitabile dai difensori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfred - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS), avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Palermo il 10.10.2012;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. SPINACI Sante, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. Con sentenza pronunciata il 10.10.2012 la corte…

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