Il falso materiale in atto pubblico commesso da privato, ai sensi degli artt. 476 e 482 c.p., sussiste anche in relazione alla contraffazione di bollettini di versamento in conto corrente postale, in quanto tali ricevute hanno natura di atti pubblici di fede privilegiata per quanto attiene alla provenienza del documento e ai fatti che il pubblico ufficiale attesta essere stati da lui compiuti o essere avvenuti in sua presenza. La tardività della querela, l'assenza di autenticazione della stessa o la mancata indicazione del potere di rappresentanza del querelante non escludono la configurabilità del reato di truffa, di cui all'art. 640 c.p., atteso che la giurisprudenza di legittimità ha più volte affermato la rilevanza penale di tali condotte. Inoltre, la motivazione della sentenza di condanna, che abbia adeguatamente esaminato e confutato le doglianze difensive, è immune da vizi di illogicità o contraddittorietà, anche laddove non abbia accolto le richieste di riduzione della pena formulate dall'imputato.