Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36718 del 10 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:36718PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'attenuante della provocazione non può essere riconosciuta quando il fatto apparentemente ingiusto della vittima, cui l'agente ha reagito, sia stato determinato a sua volta da un precedente comportamento ingiusto dello stesso agente o sia frutto di reciproche provocazioni. In tali casi, la condotta criminosa dell'imputato rivela una causale più forte rispetto alla mera reazione epidermica alla condotta della vittima, essendo radicata in uno stato d'animo di risentimento o rancore, che esclude l'adeguato nesso di causalità psichica tra la provocazione e la reazione violenta. Pertanto, l'evidente sproporzione dell'agire dell'imputato conferma che la motivazione della condotta omicidiaria non è riconducibile all'attenuante della provocazione, ma a fattori endogeni più profondi, non giustificanti l'attenuazione della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 56/2013 CORTE ASSISE APPELLO di ROMA, del 20/03/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO CAVALLO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mazzotta Gabriele, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito, per la parte civile, Avv. (OMISSIS);
udito il difensore avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) impugna …

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