Il reato di rifiuto di atti d'ufficio di cui all'art. 328 c.p. è un reato di pericolo che si perfeziona con la semplice omissione del provvedimento richiesto, a prescindere dall'esito dell'omissione, quando venga negato un atto non ritardabile alla luce delle esigenze considerate e protette dall'ordinamento. L'attività di indagine della polizia giudiziaria, svolta di iniziativa o su delega del P.M. per ragioni di giustizia e senza ritardo, costituisce un compito di istituto, la cui omissione, senza giustificazione, integra gli estremi del reato di cui all'art. 328 c.p., a prescindere dal fatto che tale omissione abbia o meno pregiudicato la posizione dell'indagato in relazione ad altri reati. L'ordinanza di archiviazione, emessa all'esito di udienza camerale, non è più ricorribile, ma reclamabile ai sensi dell'art. 410-bis c.p.p., comma 3, nei soli casi di nullità previsti dal comma 2 della medesima norma, ossia soltanto in caso di violazione delle regole poste a garanzia del contraddittorio, ipotesi che non ricorre quando si censuri il merito del provvedimento o il vizio di motivazione in relazione alla configurabilità del reato prospettato.