Il sequestro e la confisca di beni ai sensi dell'art. 12-sexies del d.l. n. 306/1992 sono legittimi quando il valore dei beni acquisiti risulti sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e alle altre fonti di reddito della persona sottoposta a procedimento penale e dei suoi familiari conviventi, anche in assenza di un nesso di pertinenzialità diretta tra i beni e il reato per cui è stata applicata la pena concordata ex art. 444 c.p.p. Ai fini della valutazione della sproporzione, il giudice deve tenere conto non solo dei redditi dichiarati, ma anche di tutte le altre circostanze emerse, come gli investimenti effettuati dalla persona e dalla sua famiglia nello stesso periodo di tempo, al fine di accertare l'effettiva capacità economica del nucleo familiare. La distanza temporale tra l'acquisto dei beni e la condanna per il reato di usura non esclude di per sé la legittimità del sequestro e della confisca, purché sia comunque dimostrata la sproporzione tra il valore dei beni e la capacità reddituale accertata.