Il coinvolgimento di un soggetto in un'associazione di tipo mafioso ai sensi dell'art. 416-bis c.p. può essere desunto da un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti, quali la sua vicinanza ad ambienti mafiosi, il legame parentale con esponenti della consorteria, la partecipazione ad attività illecite della cosca, come il traffico di stupefacenti, nonché il suo coinvolgimento in condotte finalizzate ad agevolare l'attività del sodalizio criminoso, come la fittizia intestazione di beni per sottrarli a sequestro e confisca. Tali elementi indiziari, debitamente valutati nel loro complesso e alla luce di un'approfondita analisi critica, possono integrare il requisito della gravità indiziaria richiesto per l'applicazione della misura cautelare, anche in assenza di una diretta e consapevole partecipazione dell'indagato alla struttura organizzativa dell'associazione mafiosa. Analogamente, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 d.l. 152/1991 può essere riconosciuta quando la condotta dell'agente, pur non essendo diretta a favorire direttamente il singolo mafioso, sia comunque finalizzata ad agevolare l'attività del sodalizio criminoso nel suo complesso.