Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21030 del 19 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:21030PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. non trova applicazione nel procedimento davanti al Giudice di Pace, essendo prevista esclusivamente per il procedimento davanti al Giudice ordinario. Nel rito innanzi al Giudice di Pace trova invece applicazione la speciale disciplina di cui all'art. 34 del D.Lgs. n. 274/2000. Pertanto, la mancata motivazione da parte del Giudice di Pace sulla richiesta di applicazione dell'art. 131-bis c.p. avanzata dall'imputato è irrilevante, in quanto tale istituto non è operativo nell'ordinamento di riferimento. La declaratoria di inammissibilità del ricorso presentato avverso tale sentenza comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso presentato da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS):
avverso la sentenza del 22/4/2015 del Giudice di Pace di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ROMANO Giulio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata il Giudice di Pace ha condannato alla sola pena pecuniaria e al risarcimen…

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