Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29992 del 29 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:29992PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 (metodo mafioso) può essere contestata all'indagato anche quando il denaro oggetto di usura e di estorsione provenga da soggetti non appartenenti alla delinquenza organizzata, purché siano state comunque dimostrate l'effettiva realizzazione del metodo mafioso e l'utilizzo di tale metodo da parte dell'indagato, a prescindere dalla provenienza dei capitali. Pertanto, l'applicazione di tale aggravante non richiede necessariamente la dimostrazione del legame diretto tra l'indagato e la criminalità organizzata, essendo sufficiente provare l'impiego del metodo mafioso nell'attività di usura ed estorsione, anche attraverso il riferimento generico all'appartenenza a una consorteria mafiosa dei capitali dati in prestito, purché tale riferimento sia supportato da altri elementi probatori. L'aggravante può quindi essere estesa all'indagato in base al principio di cui all'art. 59, comma 2, c.p., anche quando la realizzazione del metodo mafioso sia stata accertata in capo ai suoi correi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - rel. Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) IA. DI. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1272/2009 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO, del 23/02/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. TITO GARRIBBA;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. RIELLO Luigi di inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Arico' Giovanni che ha chiesto l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata.

MOTIVI DELLA DECISIONE

p.1. …

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