Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22903 del 12 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:22903PEN

Massima

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Il delitto di ricettazione può essere configurato anche nei confronti di chi, pur non avendo preso parte diretta alla commissione del reato presupposto, abbia comunque consapevolmente e volontariamente tratto vantaggio dall'utilizzo dei beni di provenienza illecita, in concorso con gli autori del reato principale, sulla base di elementi indiziari che dimostrino la sua effettiva conoscenza e disponibilità dei beni ricettati. Ciò in quanto il reato di ricettazione, avendo natura istantanea, non richiede necessariamente una compartecipazione morale o materiale al reato presupposto, essendo sufficiente la consapevolezza della provenienza illecita del bene e l'accettazione del rischio di trarne un vantaggio. Pertanto, il mero utilizzo del bene ricettato, unitamente agli autori del reato principale, non esclude di per sé la configurabilità del delitto di ricettazione, qualora siano presenti altri elementi probatori che dimostrino la effettiva conoscenza e disponibilità del bene da parte del concorrente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nata il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 16/03/2011 della Corte di Appello di Roma;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona della Dr.ssa ((omissis)) che ha concluso per il rigetto.

FATTO

1. Con sentenza del 16/03/2011, la Corte di Appello di Roma confermava la sentenza pronunciata in data 3/11/2010…

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