La parte offesa costituita parte civile, nei procedimenti relativi a reati di ingiuria e diffamazione, ha il diritto di impugnare la sentenza di proscioglimento anche agli effetti penali, indipendentemente dalla modalità di instaurazione del procedimento (citazione diretta o procedimento a querela), in virtù delle disposizioni di cui agli articoli 576 e 577 del codice di procedura penale, applicabili ratione temporis. Tale diritto di impugnazione agli effetti penali si aggiunge a quello previsto dall'articolo 38 del d.lgs. n. 274 del 2000, che legittima la parte offesa all'appello contro tutte le sentenze di proscioglimento nei casi in cui è legittimato il pubblico ministero. Inoltre, in forza dell'articolo 580 c.p.p., l'appello proposto dalla parte civile limitatamente agli effetti civili rende interamente appellabile il provvedimento, anche con riferimento ai capi per i quali è previsto il ricorso per cassazione. Ciò vale anche nel caso in cui il reato contestato sia punito con pena alternativa, come l'ingiuria aggravata ai sensi dell'articolo 594, comma 4, c.p., per il quale trovano applicazione le sanzioni previste dall'articolo 52, comma 2, del d.lgs. n. 274 del 2000.