La proroga legislativa delle concessioni demaniali marittime vigenti alla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2019 fino al 31 dicembre 2033 può essere disapplicata dal giudice nazionale in quanto potenzialmente in contrasto con l'ordinamento dell'Unione europea, come emerso dalla giurisprudenza della Corte di giustizia UE. Tuttavia, l'entrata in vigore di una successiva legge regionale che dispone una proroga annuale, fino al 31 dicembre 2021, delle concessioni demaniali marittime in scadenza, al fine di consentire alle amministrazioni concedenti il perfezionamento dei relativi procedimenti amministrativi nel rispetto della normativa vigente, rende improcedibile il ricorso volto all'accertamento dell'obbligo dell'amministrazione comunale di avviare una nuova procedura di evidenza pubblica per il rilascio della concessione, in quanto viene meno l'attualità dell'interesse della parte ricorrente. La proroga annuale disposta dalla legge regionale, adottata in ragione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e dei conseguenti ritardi procedimentali, non risulta sospettabile di incostituzionalità, non integrando un'invasione delle attribuzioni statali in materia di tutela della concorrenza né profili di incompatibilità con l'ordinamento dell'Unione europea, essendo una misura eccezionale e temporanea dettata da esigenze di funzionamento amministrativo.