La disciplina sulle distanze tra fabbricati e strade, dettata dall'art. 9 del D.M. 1444/1968 e dall'art. 26, comma 5, del D.P.R. 495/1992, è finalizzata a garantire la sicurezza degli utenti della strada e l'ordinato sviluppo dell'attività edilizia. Tuttavia, tale disciplina trova applicazione solo in presenza di fabbricati prospicienti la strada, non essendo sufficiente la mera previsione urbanistica di una futura realizzazione stradale. Pertanto, l'annullamento in autotutela di un titolo edilizio per violazione delle distanze stradali richiede una puntuale verifica della concreta situazione di fatto e di diritto, nonché una adeguata motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico attuale e concreto, da comparare con gli interessi del privato, in applicazione dei principi di cui all'art. 21-nonies della legge n. 241/1990. L'amministrazione, nell'esercitare il potere di autotutela, deve altresì valutare attentamente la posizione del privato che abbia già iniziato l'edificazione conformemente al titolo edilizio ottenuto, al fine di contemperare gli interessi pubblici e privati in gioco.