Il Comune, nell'esercizio della propria potestà regolamentare, può sostituire l'imposta comunale sulla pubblicità con un canone per l'installazione di mezzi pubblicitari, ai sensi dell'art. 62 del d.lgs. n. 446/1997, a condizione che adotti una specifica disciplina regolamentare che ne definisca gli elementi strutturali e procedimentali, in particolare le relative tariffe. In assenza di tale regolamento comunale, trova applicazione la disciplina dell'imposta comunale sulla pubblicità di cui al d.lgs. n. 507/1993, senza che il Comune possa legittimamente recuperare a tassazione importi diversi da quelli dovuti in base alla normativa vigente. L'interpretazione di un atto amministrativo, quale il Piano generale degli impianti pubblicitari, è riservata al giudice di merito ed è incensurabile in sede di legittimità se sorretta da motivazione adeguata e immune dalla violazione delle norme sull'interpretazione degli atti amministrativi, tenendo conto dell'esigenza di certezza dei rapporti e del buon andamento della pubblica amministrazione.