Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30431 del 21 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:30431PEN

Massima

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Il reato commesso nell'ambito di un contesto associativo, specie di tipo mafioso, non comporta automaticamente l'applicazione dell'istituto della continuazione, essendo necessario accertare la sussistenza di un previo e concreto disegno programmatico unitario che leghi i singoli reati, non essendo sufficiente il mero riferimento alle finalità generali del gruppo criminale o alle dinamiche criminali interne. La continuazione può essere riconosciuta tra reato associativo e reati-fine solo ove vi sia la concreta verifica di una previa ed unitaria progettualità, non meramente possibilistica, che li colleghi in modo reale e non occasionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIRONI Emilio Giovann - Consigliere

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FI. PA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 19/11/2007 CORTE APPELLO di NAPOLI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ZAMPETTI UMBERTO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. Ciampoli Luigi, che ha chiesto la reiezione del ricorso.

OSSERVA

1. Con ordinanza in data 19.11.2007 la Corte d'appello di Napoli, quale giudice dell'esecuzione, respingeva l'istanza di Fi. Pa. di riunione…

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