Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24894 del 21 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24894PEN

Massima

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Il falso in certificazione, anche se commesso in concorso, integra il reato di falsità materiale, purché risulti provata l'alterazione o contraffazione di un documento pubblico o privato, a prescindere dalla sua materiale produzione o allegazione agli atti. Tuttavia, il decorso del termine di prescrizione, anche in caso di condanna in doppio grado, comporta l'annullamento della sentenza senza rinvio, salvo che non emergano evidenti cause di proscioglimento nel merito. In particolare, la prescrizione del reato di falso in certificazione matura quando, sommato il periodo di sospensione, siano decorsi i termini naturali previsti dalla legge, senza che rilevi la data indicata nell'originaria imputazione, ove risulti erronea. Pertanto, il giudice di legittimità, accertata la prescrizione, è tenuto a dichiarare l'estinzione del reato, senza poter procedere a un nuovo esame del merito, in assenza di evidenti cause di proscioglimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

il 26.1.2009 dall'avv. Nicotra Angelo, difensore di BU. Ge. , nato a (OMESSO), PI. Ca. , nato ad (OMESSO), PA. PI. Ro. , nata ad (OMESSO), PU. An. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Catania del 11 novembre 2008.

Sentita la relazione del consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO.

Sentite le conclusioni del P.G. in sede, in persona del Sostituto dr. Gabriele Mazzot…

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