Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2696 del 21 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2696PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di un reato, ha il potere-dovere di ricostruire in modo completo e logico il compendio probatorio, senza limitarsi a una mera rilettura delle risultanze istruttorie, al fine di accertare la fondatezza dell'ipotesi accusatoria al di là di ogni ragionevole dubbio. Tale accertamento non può essere sindacato in sede di legittimità, se la motivazione risulta intrinsecamente razionale e coerente, salvo che non emergano vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà. Inoltre, la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivata dal giudice di merito sulla base di una valutazione complessiva della personalità dell'imputato, desumibile anche dal suo pregresso giudiziale, senza che ciò integri un vizio di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1613/2010 CORTE APPELLO di ANCONA, del
18/07/2013;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/11/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DI MARZIO Fabrizio;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VIOLA Alfredo che ha concluso per inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la corte di appello di Ancona ha…

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