Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12956 del 5 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:12956PEN

Massima

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Il diritto di critica, costituzionalmente tutelato, prevale sul diritto al rispetto della dignità personale quando l'agente agisca al fine di sollecitare l'intervento delle autorità amministrative competenti per reprimere fatti contrari alla deontologia professionale, anche attraverso l'utilizzo di espressioni aspre e polemiche, purché non travalicanti i limiti consentiti e configuranti una gratuita aggressione della dignità del soggetto criticato. In tali casi, la condotta è scriminata ai sensi dell'art. 51 c.p., in quanto esercizio legittimo del diritto di critica, a tutela della dialettica democratica e della libertà di parola, beni entrambi costituzionalmente rilevanti. Pertanto, la presentazione di un esposto motivato da indignazione per l'operato di un professionista, volto a sollecitare l'intervento dell'ordine di appartenenza per la tutela dell'etica della professione, non integra il reato di diffamazione, ove le espressioni utilizzate, pur aspre e polemiche, risultino ragionevolmente giustificabili alla luce delle circostanze concrete e non travalicanti i limiti del diritto di critica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI TRAPANI;

nei confronti di:

1) (OMESSO) N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 8/2009 TRIBUNALE di TRAPANI, del 09/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/11/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udito il Procuratore Generale in persona.

Udite le conclusioni del Procuratore General…

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