Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24778 del 14 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:24778PEN

Massima

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La coltivazione di piante da cui si ricavano sostanze stupefacenti, anche in assenza di finalità di spaccio, integra di per sé la lesione del bene giuridico della tutela della salute pubblica, in quanto comporta il pericolo di aumento della diffusione di tali sostanze. Pertanto, la condotta di coltivazione è sufficiente a integrare il reato previsto dall'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, a prescindere dalla destinazione a fini di spaccio, purché sia ravvisabile una concreta offensività della stessa. Il giudice, nel determinare la pena, può riconoscere le attenuanti generiche, anche in prevalenza sulla recidiva, qualora ne ricorrano i presupposti, senza che ciò comporti incongruenze logiche nella motivazione, a condizione che la pena non sia irrogata partendo dal minimo edittale. La posizione di concorso della persona che, pur non essendo direttamente coinvolta nella coltivazione, ne abbia agevolato la realizzazione attraverso il proprio comportamento, può essere ritenuta penalmente rilevante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 20 marzo 2014 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita, in PUBBLICA UDIENZA del 25 maggio 2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. TRONCI ANDREA;
Udito il Procuratore Generale, in persona del Sost. PG Dott. ANGELILLIS CIRO, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;
Udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento dei rico…

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