Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10158 del 10 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:10158PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della propria posizione e delle funzioni attribuitegli, richieda o accetti, per sé o per altri, denaro o altre utilità in cambio di atti contrari ai doveri d'ufficio, integra il reato di concussione per induzione di cui all'art. 319-quater c.p. Anche il soggetto privato che concorra con il pubblico ufficiale in tale condotta, agevolando o favorendo la dazione o la promessa di denaro o altre utilità, risponde del medesimo reato, a titolo di concorso. Ai fini dell'applicazione di misure cautelari personali, il giudice può desumere il pericolo di reiterazione del reato dalla gravità e dalle modalità della condotta, dalla capacità dell'indagato di creare reti di intermediazione e di influenza, nonché dalla mancata incidenza della sospensione dall'ufficio sulla possibilità di commettere ulteriori reati, qualora permangano i rapporti e le relazioni che hanno consentito la realizzazione degli illeciti. Inoltre, il pericolo di inquinamento probatorio può essere ravvisato nella concreta capacità dell'indagato di avvalersi di terzi per ostacolare le indagini, anche attraverso l'utilizzo di contatti e relazioni personali all'interno dell'amministrazione di appartenenza. In tali casi, la custodia cautelare in carcere può essere ritenuta la misura più adeguata, in ragione dell'esigenza di recidere ogni possibile contatto dell'indagato con l'esterno e di impedire la prosecuzione dell'attività criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 4323/2014 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 01/07/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. CANEVELLI Paolo che ha chiesto l'annullamento con rinvio della ordinanza;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che ha rinunciato ai motivi diversi da quelli aventi ad oggetto le esigenze cautelari, in ordine al quale ha chie…

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