Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2665 del 21 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2665PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità penale dell'imputato per il reato di ingiurie, può fondare la propria decisione sulle dichiarazioni delle persone offese, la cui credibilità sia adeguatamente motivata, anche in assenza di riscontri testimoniali a discarico, purché la ricostruzione dei fatti sia logica, coerente e compatibile con il comune senso di realtà. Il giudice di legittimità, nel sindacare la sentenza impugnata, non deve condividere o riesaminare nel merito la valutazione probatoria, ma verificare soltanto che la motivazione sia sorretta da elementi dimostrativi validi e non abbia trascurato fattori decisivi, risultando esauriente e plausibile. Inoltre, la liquidazione equitativa del danno morale derivante dal reato di ingiurie, con sufficiente specificazione degli elementi posti a suo fondamento, è immune da vizi di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 28/2014 TRIBUNALE di TARANTO, del 06/10/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/10/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SAVANI PIERO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI NARDO M., che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
IN FATTO E DIRITTO
Con la sentenza in epigrafe il Tribunale di Taranto, giudice d'appello, ha di…

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