Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7115 del 23 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:7115PEN

Massima

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Il dolo generico richiesto per il delitto di falso ex art. 483 c.p. sussiste quando l'agente abbia la coscienza e la volontà di dichiarare il falso al pubblico ufficiale, senza che sia necessario provare uno scopo fraudolento ulteriore. Tale elemento psicologico può essere desunto dalla condotta tenuta dall'imputato, come nel caso in cui egli abbia denunciato lo smarrimento di un documento di identità che in realtà aveva consegnato solo pochi mesi prima a un consulente tecnico in una causa civile in cui era parte interessata, essendo tale circostanza palesemente inverosimile in assenza di allegazioni difensive circa eventuali patologie o anomalie che avrebbero potuto giustificare tale dimenticanza. In tali ipotesi, la mera coscienza e volontà di rendere una falsa dichiarazione al pubblico ufficiale, senza la necessità di provare uno scopo fraudolento ulteriore, integra il dolo generico richiesto dalla fattispecie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - rel. Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1528/2013 CORTE APPELLO di TORINO, del 14/04/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GORJAN Sergio;
Udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. CORASANITI Giuseppe che ha concluso l'inammissibilita'.
CONSIDERATO IN FATTO
La Corte d'Appello di Torino, con la decisione impugnata resa il 14 - 15.4.2015, ha confermato la sentenz…

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