Il sequestro preventivo di beni e il conseguente affidamento della gestione aziendale a un amministratore giudiziario, disposto nell'ambito di un procedimento penale a carico dei proprietari, non costituisce di per sé causa ostativa all'ottenimento di agevolazioni pubbliche da parte della società interessata, in quanto l'attività gestoria dell'amministratore giudiziario è finalizzata a garantire la continuità aziendale e l'incremento, ove possibile, della redditività dell'impresa, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e di preservare il valore del patrimonio aziendale, anche in vista di una eventuale confisca definitiva o della restituzione dei beni in caso di assoluzione degli imputati. Pertanto, l'amministrazione pubblica competente, nel valutare la domanda di agevolazioni, non può limitarsi a considerare la mera sussistenza del sequestro preventivo, ma deve tenere conto dell'attività svolta dall'amministratore giudiziario e della finalità di tale gestione, volta a garantire la continuità aziendale e l'utilizzo corretto delle eventuali agevolazioni pubbliche concesse. L'omissione di tale valutazione integra un vizio di eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione.