Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la persona offesa a consegnare una somma di denaro o altra utilità, indipendentemente dalla sussistenza di pregresse controversie di natura ereditaria o familiare tra le parti. L'elemento oggettivo del reato si realizza con la condotta di costrizione, a prescindere dalla restituzione del denaro indebitamente ottenuto, mentre l'elemento soggettivo richiede il dolo specifico di profitto. Le circostanze attenuanti di cui agli artt. 62, nn. 4 e 6 c.p. non trovano applicazione quando la restituzione del denaro non elimina integralmente il danno patrimoniale subito dalla persona offesa o risulta comunque incompleta, in quanto la finalità di profitto permane nonostante il successivo ravvedimento dell'agente. Il giudizio di merito sulla sussistenza degli elementi costitutivi del reato e sulla configurabilità delle circostanze attenuanti è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità della motivazione.