La contestazione in fatto di una circostanza aggravante è ammissibile solo se l'imputazione riporta in modo sufficientemente chiaro e preciso gli elementi di fatto che integrano la fattispecie circostanziale, consentendo all'imputato di averne piena cognizione e di espletare adeguatamente la propria difesa. Tuttavia, quando la previsione normativa della circostanza aggravante include componenti valutative, oltre ai fatti materiali, la semplice indicazione nell'imputazione dell'utilizzo di un oggetto non è sufficiente a ritenere contestata in fatto l'aggravante, essendo necessaria l'esplicita precisazione, da parte del pubblico ministero, delle particolari connotazioni qualitative o quantitative della condotta che giustificano l'applicazione dell'aggravante. In assenza di tale esplicitazione nell'imputazione, la contestazione risulta priva di una compiuta indicazione degli elementi costitutivi della fattispecie circostanziale, non potendosi pretendere dall'imputato l'autonomo compimento del percorso valutativo riservato all'autorità giudiziaria.