Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23323 del 29 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23323PEN

Massima

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Il maltrattamento in ambito familiare, anche se non sfociato in lesioni gravi, integra il reato di cui all'art. 572 c.p. quando le condotte di violenza e sopraffazione, anche psicologiche, siano reiterate e tali da cagionare un perdurante stato di sofferenza e di assoggettamento della vittima. Tali condotte, se accompagnate da lesioni, possono altresì configurare il reato di lesioni personali aggravate di cui all'art. 582 c.p. La credibilità della persona offesa, pur in assenza di costituzione di parte civile, può essere ritenuta piena quando le sue dichiarazioni siano precise, coerenti e dettagliate, e trovino riscontro in altri elementi probatori, quali certificazioni mediche e testimonianze di terzi. Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza, non può procedere a una nuova valutazione delle prove, ma deve limitarsi a verificare l'assenza di vizi logici o contraddittorietà manifeste nell'apparato argomentativo adottato dai giudici di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS) il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 3 luglio 2012 emessa dalla Corte d'appello di Campobasso;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del consigliere Dott. FIDELBO Giorgio;

udite le richieste del sostituto procuratore Generale Dott. VIOLA Alfredo Pompeo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la decisione in epigrafe indicata la Corte…

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