Cassazione penale Sez. I sentenza n. 29793 del 17 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:29793PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur costituendo espressione della libertà di manifestazione del pensiero, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui e non può essere esercitato in modo da ledere ingiustamente la dignità e l'onorabilità di una persona. Pertanto, le espressioni utilizzate, anche se riferite a questioni di interesse pubblico, devono rispettare i requisiti di pertinenza, continenza e verità, non essendo sufficiente la mera finalità di denunciare presunte irregolarità o incompetenze. Qualora tali requisiti non siano rispettati, la condotta può integrare il reato di diffamazione, non potendo essere giustificata dall'esimente del diritto di critica. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, deve tenere conto della gravità della condotta e delle conseguenze dannose per la vittima, al fine di determinare un equo risarcimento del danno alla reputazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AL. AM. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 17/09/2008 CORTE APPELLO di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. VECCHIO MASSIMO;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dott. Baglione Tindari, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

ud…

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