Consiglio di Stato sentenza n. 3783 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:3783SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, afferma che l'ordine di demolizione di un manufatto edilizio abusivo, quale una serra realizzata in difformità dal titolo edilizio, costituisce un atto dovuto e vincolato per l'amministrazione, senza che sia necessaria una specifica motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale al ripristino della legalità violata. Il carattere abusivo dell'intervento edilizio è di per sé sufficiente a giustificare l'adozione della misura demolitoria, senza che assumano rilievo il momento di effettuazione dei lavori, la compatibilità delle opere realizzate con la normativa edilizia vigente, né il decorso del tempo trascorso tra la realizzazione dell'abuso e l'esercizio del potere sanzionatorio. Infatti, l'inerzia dell'amministrazione non può in alcun modo incidere sulla doverosità degli atti volti a perseguire l'illecito attraverso l'adozione della relativa sanzione, né tantomeno radicare un affidamento meritevole di tutela in capo al proprietario dell'abuso. Inoltre, l'ordine di demolizione non necessita di una puntuale indicazione degli interventi da compiere per rendere il manufatto conforme ai titoli edilizi, essendo sufficiente il richiamo alle opere abusive accertate, quali l'utilizzo di materiale opaco in luogo di materiale trasparente per la copertura della serra e l'installazione di un impianto di condizionamento. Infine, la sostituzione della sanzione demolitoria con quella pecuniaria, ai sensi dell'art. 33, comma 2, del d.P.R. n. 380 del 2001, è ammissibile soltanto in casi eccezionali, quando risulti oggettivamente impossibile procedere alla demolizione per le sue conseguenze materiali sulla stabilità dell'edificio nel suo complesso, circostanza che deve essere valutata dall'amministrazione nella fase esecutiva del procedimento.

Sentenza completa

Pubblicato il 13/05/2021

N. 03783/2021REG.PROV.COLL.

N. 08397/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8397 del 2014, proposto da
COMUNE DI MILANO, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Paola Cozzi, Raffaele Izzo, Antonello Mandarano, Alessandra Montagnani Amendolea, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Raffaele Izzo in Roma, Lungotevere Marzio, n. 3;

contro

IMMOBILIARE ACQUARIO S.R.L., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati Massimiliano Cattano, Stefano Crisci, Andrea Barra, con domicilio eletto presso lo studio Stefano Crisci in Roma, piazza G. Verdi, n. 9;
ANDREA MARIA CAPELLI, non costituita in giudizio;

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