Cassazione civile Sez. Unite sentenza n. 9034 del 30 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:9034CIV

Massima

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Il dovere di lealtà e correttezza dell'avvocato impone il divieto di prospettare falsamente ai clienti la possibilità di agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno, inducendoli in errore e procurandosi ingiusti profitti, nonché di presentarsi come avvocato pur essendo iscritto solo nel registro dei praticanti. Tali condotte, qualificate come illeciti disciplinari permanenti, sono sanzionabili con la sospensione dall'esercizio della professione forense, fermo restando che il termine di prescrizione dell'azione disciplinare decorre dalla cessazione della permanenza dell'illecito e non dal momento iniziale della condotta, applicandosi la disciplina più favorevole prevista dalla legge n. 247 del 2012, che stabilisce un termine massimo di prescrizione di sette anni e mezzo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONI UNITE CIVILI

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASSANO Margherita - ((omissis)) f.f.

Dott. AMENDOLA Adelaide - Presidente di Sez.

Dott. DE CHIARA Carlo - Consigliere

Dott. MANZON Enrico - Consigliere

Dott. SCODITTI Enrico - rel. Consigliere

Dott. GIUSTI Alberto - Consigliere

Dott. RUBINO Lina - Consigliere

Dott. MARULLI Marco - Consigliere

Dott. MERCOLINO Guido - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso 19029-2022 proposto da:
(OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avvocato (OMISSIS), rappresentato e difeso dall'avvocato (OMISSIS);
- ricorrente -
contro
CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI (OMISSIS);
- intimato -
avverso la sentenza n. 99-2022 del CONSIGLIO NAZIONALE FORENS…

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