Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La parte civile è legittimata a proporre impugnazione, anche agli effetti penali, avverso la sentenza di proscioglimento emessa dal giudice di pace, soltanto nel caso in cui la citazione a giudizio dell'imputato sia stata richiesta dalla persona offesa con ricorso immediato al giudice di pace, ai sensi dell'art. 21 del D.Lgs. n. 274/2000. Diversamente, quando la citazione a giudizio sia stata disposta su iniziativa di ufficiale di polizia giudiziaria, previa autorizzazione del pubblico ministero ai sensi dell'art. 20 del medesimo decreto, il ricorso della parte civile è inammissibile, limitandosi la sua legittimazione all'impugnazione ai soli effetti civili, in applicazione del principio generale di cui all'art. 576 c.p.p. La declaratoria di inammissibilità del ricorso della parte civile comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, in quanto la causa di inammissibilità è riconducibile alla volontà e, quindi, alla colpa del ricorrente.