Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8072 del 7 marzo 2006

ECLI:IT:CASS:2006:8072PEN

Massima

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Il legittimo impedimento del difensore, ai sensi dell'art. 420-ter c.p.p., che giustifica il rinvio del dibattimento, richiede non solo la tempestiva comunicazione dell'impegno professionale concomitante, ma anche l'esposizione delle ragioni che rendono essenziale l'espletamento della sua funzione nell'altro processo, l'assenza in questo di altro condifensore che possa validamente difendere l'imputato, nonché l'impossibilità di avvalersi di un sostituto ai sensi dell'art. 102 c.p.p. sia nel processo a cui si intende partecipare sia in quello di cui si chiede il rinvio. Il mancato adempimento di tali requisiti comporta il legittimo rigetto della richiesta di rinvio da parte del giudice, il quale è tenuto a valutare concretamente la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per l'accoglimento dell'istanza di differimento dell'udienza, senza che ciò possa essere considerato una violazione del diritto di difesa dell'imputato. Infatti, il diritto di difesa non può essere inteso in modo assoluto e incondizionato, ma deve essere contemperato con le esigenze di celerità e buon andamento del processo, nonché con il principio di ragionevole durata del medesimo, sancito dall'art. 111 Cost. e dall'art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Pertanto, il giudice, nel valutare la richiesta di rinvio per legittimo impedimento del difensore, è tenuto a effettuare un bilanciamento tra il diritto di difesa dell'imputato e le suddette esigenze processuali, privilegiando quest'ultime qualora non siano rispettate le condizioni previste dalla legge per l'accoglimento dell'istanza. In tal caso, il rigetto della richiesta di rinvio non può essere considerato una violazione del diritto di difesa, in quanto l'imputato avrà comunque la possibilità di farsi assistere da un altro difensore, in applicazione del principio della difesa tecnica obbligatoria sancito dall'art. 96 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
QUINTA SEZIONE PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.:
FOSCARINI BRUNO - PRESIDENTE
LATTANZI GIORGIO - CONSIGLIERE
CALABRESE RENATO LUIGI - CONSIGLIERE
FERRUA GIULIANA - CONSIGLIERE
AMATO ALFONSO - CONSIGLIERE
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) Ma. Va. n. IL (...)
avverso SENTENZA del 17/12/2004
CORTE APPELLO di MILANO
visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;
udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere CALABRESE RENATO LUIGI;
Udito il Procuratore Generale in persona del dr. Gianfranco Viglietta che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso
OSSERVA
Ma. Va., condannata per ingiuria e minaccia, ricorre per cassazione avverso la sentenza di secondo grado riproponendo la eccezione di nullità del giudizio di primo grado: per omessa motivazione in ordine al rigetto dell'istanza di rinvio, s…

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