Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32792 del 26 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:32792PEN

Massima

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Il reato di minaccia nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni integra un'ipotesi aggravata, in quanto la condotta offende non solo la persona offesa ma anche la funzione pubblica svolta, con conseguente maggior allarme sociale e necessità di una più severa risposta sanzionatoria da parte dell'ordinamento. Pertanto, il giudice è tenuto a riconoscere l'aggravante di cui all'art. 61, n. 10, c.p. quando ricorrono i relativi presupposti, determinando la pena in misura adeguata al disvalore complessivo del fatto. Tuttavia, il giudice deve altresì valutare con attenzione le circostanze concrete del caso, al fine di commisurarla in modo proporzionato alla gravità della condotta e alla colpevolezza dell'imputato, senza eccedere i limiti edittali previsti dalla legge. Ciò in quanto il principio di legalità e di tassatività della fattispecie penale impone di rispettare i margini sanzionatori stabiliti dal legislatore, a garanzia del principio di uguaglianza e di proporzionalità della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 44/2011 GIUDICE DI PACE di MONSELICE, del 07/06/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/07/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

L'avv. ((omissis)), difens…

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