Il diniego di ampliamento della concessione di suolo pubblico insistente su aree sottoposte al regime della sosta tariffata, pur se motivato da esigenze di tutela della viabilità e della mobilità, costituisce atto vincolato, non suscettibile di censure per violazione degli artt. 7, 10 e 10-bis della legge n. 241 del 1990, difetto di motivazione, travisamento dei fatti o lesione dell'affidamento, atteso che il regolamento comunale in materia di occupazione di suolo pubblico, nel prevedere il divieto di rilascio di nuove concessioni in tali zone, esprime una scelta discrezionale dell'amministrazione comunale, ponderata in relazione alle esigenze di tutela della circolazione stradale e della sosta a pagamento, che il giudice amministrativo non può sindacare nel merito. Pertanto, il comune non è tenuto a integrare la motivazione del provvedimento di diniego in sede processuale, né sussiste un vizio di incompetenza del dipartimento comunale competente in materia di mobilità e trasporti, il cui parere preventivo è prescritto dal regolamento comunale per le istanze di concessione di suolo pubblico incidenti su aree sottoposte al regime della sosta tariffata.