Cassazione penale Sez. I sentenza n. 49858 del 17 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:49858PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede la prova concreta e specifica dell'esistenza di un sodalizio criminale in grado di sprigionare, per il solo fatto della sua esistenza, una capacità di intimidazione attuale, effettiva e obiettivamente riscontrabile, tale da piegare la volontà di quanti vengano in contatto con i suoi componenti. Tale prova deve essere fornita attraverso un metodo logico-induttivo, valorizzando gli indici rivelatori del fenomeno mafioso, quali la segretezza del vincolo, i rapporti di comparaggio o comparatico tra gli adepti, il rispetto assoluto del vincolo gerarchico, l'accollo delle spese di giustizia da parte della cosca, il diffuso clima di omertà. Inoltre, la partecipazione all'associazione mafiosa deve essere dimostrata attraverso la prova di un rapporto di stabile ed organica compenetrazione dell'imputato con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionale nell'esplicazione dei comuni fini criminosi. La mera commissione di reati-fine, pur se interpretata alla luce dei moventi che li hanno ispirati, non è di per sé sufficiente a integrare la fattispecie associativa, essendo necessario accertare in concreto la sussistenza e l'operatività del clan mafioso, nonché il ruolo effettivamente svolto dall'imputato all'interno dello stesso. In assenza di tali elementi probatori, la condanna per il reato di cui all'art. 416-bis c.p. non può essere legittimamente pronunciata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2564/2013 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 24/04/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/10/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Gaeta Pietro, che ha concluso per l'annullamento con rinvio;
uditi i difensori avv.ti (OMISSIS) e (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di…

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