Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33469 del 14 agosto 2008

ECLI:IT:CASS:2008:33469PEN

Massima

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La persona offesa dal reato non ha il diritto di proporre personalmente ricorso per cassazione, in quanto per la valida instaurazione del giudizio di legittimità si applica la regola dettata dall'articolo 613 comma 1 del codice di procedura penale, secondo cui l'atto di ricorso deve essere sottoscritto a pena di inammissibilità da difensori iscritti nell'apposito albo. Tale disposizione è applicabile esclusivamente nei confronti dell'imputato, in quanto alla persona offesa non compete tale qualificazione soggettiva e le altre parti private diverse dall'imputato non possono stare in giudizio ai sensi dell'articolo 100 comma 1 del codice di procedura penale se non col ministero di un difensore munito di procura speciale. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto personalmente dalla persona offesa dal reato è inammissibile, in quanto la legittimazione a impugnare la sentenza di assoluzione spetta esclusivamente al pubblico ministero, mentre la persona offesa può soltanto costituirsi parte civile nel processo penale e non può autonomamente proporre impugnazioni avverso la sentenza di assoluzione dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ZO. MO., N. IL (OMESSO);

2) GI. AN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/04/2005 GIUDICE DI PACE di TREVISO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DIDONE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

MOTIVI DELLA DECISIONE

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